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Psicoterapia
di coppia e sessualità

Psicoterapia per famiglie
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Dimmi come mangi
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Psicoterapia individuale

La psicoterapia individuale ha l’obiettivo di cambiare, correggere e risolvere una situazione di sofferenza psicologica della persona. Si sviluppa attraverso  la relazione tra psicoterapeuta e paziente.

La persona che si affida al terapeuta viene aiutata a esprimere sensazioni, emozioni, stati d’animo e ad attivare le risorse per risolvere il problema.

La mia attenzione come terapeuta è rivolta alla persona nella sua individualità e alle relazioni che fanno parte della sua vita nei diversi contesti. In altre parole, il mio paziente, pur essendo solo nella stanza di terapia, porta comunque con sé tutte le relazioni che animano e hanno animato la sua vita, e io lo aiuto a riconoscere le modalità comportamentali e relazionali adottate fino a quel momento e a trovare nuove e più equilibrate risorse per ritrovare un equilibrio psicologico e raggiungere nuovi obiettivi.

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Psicoterapia di coppia

La terapia di coppia ha l’obiettivo di aiutare entrambi i partner a migliorare la comunicazione per affrontare in maniera costruttiva le difficoltà presenti.
Il rapporto di coppia è un sistema complesso di relazioni perché viene influenzato:

  • dalle relazioni che ciascun individuo costituente la coppia ha vissuto nella propria famiglia di origine
  • dagli accordi più o meno espliciti presi nella coppia
  • dalla presenza di figli
  • dagli interessi individuali.

I sintomi più frequenti che portano a richiedere una terapia di coppia sono alcune volte eclatanti e includono, per esempio,  comportamenti violenti, ripetuta infedeltà… altre volte sono meno evidenti, e proprio per questo possono durare per anni e risultare molto disturbanti. Tra questi, la sensazione di solitudine anche quando si è in coppia, il criticare continuamente il partner, il non trascorrere più tempo insieme, il litigare spesso o avere una vita sessuale non soddisfacente.
Grazie all’approccio di psicoterapia sistemico-relazionale, studio insieme ai miei pazienti i meccanismi che nel tempo hanno portato alla crisi di coppia. Al centro dell’attenzione c’è la relazione attraverso cui i due individui esprimono il proprio modo di essere.
La coppia viene poi aiutata con colloqui di coppia e, a volte, dei colloqui individuali, durante i quali cercheremo di chiarire gli aspetti della vita individuale di ciascun partner che influenzano la coppia creando e mantenendo la crisi.
Il mio obiettivo è aiutare le persone a prendere contatto con le proprie risorse e indirizzarle verso la soluzione dei disagi.
Non si può sapere fin dai primi incontri quale sarà l’esito della terapia perché solo durante il percorso emergeranno motivazioni profonde. Ci sono coppie che riescono a superare crisi molto gravi ricostruendo una solida vita di coppia e altre che decidono di separarsi: in questo caso la psicoterapia serve ad affrontare la separazione in modo adeguato.

La terapia di coppia può essere anche indicata quando uno dei partner presenta un disagio psicologico che può trovare una più rapida soluzione coinvolgendo l’altro partner nella terapia

  • nella depressione
  • nei disturbi alimentari
  • nelle dipendenze
  • nell’ansia

È stata dimostrata una maggior efficacia della terapia di coppia rispetto a una terapia individuale o a una terapia farmacologica.

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Psicoterapia di coppia e sessualità

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “La salute sessuale è l’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuato, compiuta in maniera tale da essere positivamente arricchente e da esaltare la personalità umana, la comunicazione e l’amore.”
La sessualità è quindi uno strumento importante nella comunicazione di coppia. Di conseguenza, l’insoddisfazione sessuale evidenzia difficoltà relazionali nella coppia e rappresenta un campanello d’allarme non trascurabile. Per questo bisogna prendere coraggio e cogliere questa occasione di difficoltà per migliorare aspetti più profondi della relazione di coppia.
Questo vale anche per la terza età. Purtroppo, i pregiudizi e i tabù attorno alla vita sessuale della terza età hanno portato molte persone anziane a non parlare di sessualità. In realtà, si può imparare a vivere questo aspetto della vita di relazione accettando i cambiamenti del corpo e ricordando che per una vita sessuale soddisfacente il cervello è importante più del corpo.

Al fine di ritrovare il piacere della condivisione nella vita sessuale, una coppia può richiedere un intervento psicoterapeutico per disturbi sessuali quali:

  • calo del desiderio
  • disturbi dell’erezione
  • eiaculazione precoce
  • anorgasmia
  • vaginismo

La terapia coinvolgerà la coppia e non solo l’individuo portatore del sintomo, perché la sintomatologia sessuale può essere l’epifenomeno di difficoltà relazionali.

Inizialmente richiederò accertamenti medici per escludere cause organiche che possano aver innescato e mantenuto il sintomo. Se le cause organiche vengono trovate, andranno risolte con terapie mediche, e in tal caso la psicoterapia potrà essere associata per risolvere le ansie che la malattia fisica ha potuto creare nel portatore del sintomo o nella coppia.
In assenza di cause organiche, lo stesso sintomo può essere dovuto a stati d’ansia o a difficoltà relazionali di coppia, diventando un importante campanello d’allarme di un disagio più profondo.
La coppia che richiede una consulenza da un sessuologo si rende disponibile a mettersi in gioco in un percorso psicoterapeutico che prevede incontri individuali e altri di coppia, spesso completati da esercizi da svolgere a casa, generalmente in coppia, finalizzati ad un avvicinamento emotivo e sensoriale che possa far ritrovare complicità e desiderio e superare i limiti nella vita sessuale.

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Terapia per famiglie

Psicoterapia per famiglie

La terapia sistemico-relazionale ha l’obiettivo di far funzionare le risorse della famiglia attraverso incontri con tutti i componenti del nucleo familiare. In tutto questo, il terapeuta ha un ruolo ben preciso: il suo compito non è tanto quello di far ritrovare un equilibrio a un sistema familiare in crisi, ma di entrare nel sistema familiare e partecipare alla terapia contribuendo al cambiamento.

Per questo il terapeuta non giudica: piuttosto, impara ad utilizzare il linguaggio della famiglia e interviene per capire cosa è sano e cosa non lo è per gli individui coinvolti nel sistema familiare.

L’obiettivo è sostenere il cambiamento e individuare nuove possibilità di comportamento. Perché, in fondo, la famiglia sana è quella che accetta le sfide e, se necessario, sa cambiare le regole per stabilire un nuovo equilibrio familiare.

Insieme prenderemo in esame i motivi che hanno portato la famiglia in terapia e anche le storie personali di ogni membro della famiglia e della sua famiglia d’origine. Questo permetterà a me e alla famiglia di comprendere i processi relazionali e comunicativi che mantengono in vita il disagio familiare, permettendone l’interpretazione da nuovi punti di vista, al fine di individuare le risorse per affrontare i problemi e raggiungere un nuovo equilibrio indispensabile per il benessere della famiglia e dei singoli individui che la compongono.

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Bambini e psicoterapia familiare

Quando il portatore del sintomo è un bambino, il coinvolgimento della famiglia nella terapia è indispensabile, perché dietro un bambino che soffre c’è spesso una famiglia in difficoltà e il bambino starà meglio prima con l’aiuto della sua famiglia.

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Dimmi come mangi e ti dirò chi sei

Il mio interesse per il benessere psico fisico a 360° mi ha portata ad approfondire anche il tema della nutrizione. L’alimentazione è infatti la prova più immediata del collegamento tra corpo e psiche.

Il cibo ha un ruolo centrale nelle nostre giornate: può soddisfare un bisogno primario o essere un rifugio consolatorio; è utile per nutrirci, ma altre volte è un elemento compensativo che usiamo per riempire dei vuoti emotivi di cui siamo più o meno consapevoli.

Il rapporto col cibo, la scelta degli alimenti, la creatività nella preparazione delle pietanze danno chiare informazioni sulla fantasia, sulla pazienza, sulla cura di sé. In questo senso, la cucina è una stanza simbolica: è piena di emozioni, di relazioni e di ricordi d’infanzia. Il cibo dà protezione, sicurezza, ma può dare anche ansia, paura, alcune volte rifiuto, soprattutto se la cucina è un luogo di dolore per quelle relazioni genitori-figli in cui offrire cibo resta l’unico modo per dare affetto, per quelle coppie che in cucina esprimono la loro aggressività, per chi usa il cibo per esprimere la sofferenza e il bisogno di aiuto.

Il modo in cui mangiamo dice quindi molto del modo in cui gestiamo le emozioni.
Una dieta equilibrata crea equilibrio nelle emozioni e, viceversa, un equilibrio nelle emozioni conduce ad una dieta equilibrata. Può capitare che questo equilibrio venga meno, ed è in questi momenti che la nostra psiche e il nostro corpo hanno bisogno della massima cura.

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Un rapporto sano con il cibo è un rapporto sano con noi stessi

Abbuffarsi dopo una delusione affettiva, divorare dolci nei momenti di rabbia: a volte capita di perdere il controllo emotivo e utilizzare un’alimentazione senza controllo come tentativo di ritrovare l’equilibrio. Ma ciò produce dolore, sensi di colpa, vergogna.
A volte questo si traduce in un circolo vizioso che porta alla bulimia o al binge eating, il disturbo da alimentazione incontrollata che consiste in frequenti abbuffate non seguite da pratiche di eliminazione o compensazione (come succede nella bulimia attraverso il vomito o l’esercizio fisico eccessivo).
La metà delle persone con bulimia o binge eating soffre anche di depressione. Nel caso del binge eating, molte di loro cercano di seguire una dieta, ma i risultati sono modesti e la maggior parte arriva all’obesità nel corso della vita.
Uscire da questi meccanismi autolesivi richiede lavoro e autostima. La cosa più importante è cominciare ad amarsi di più, rispettarsi di più e, se necessario, chiedere aiuto a un professionista per trovare il coraggio di affrontare il problema.

Per guarire da questi disturbi è indispensabile il raggiungimento di un equilibrio con il cibo attraverso:

  • L’acquisizione di consapevolezza del problema,
  • L’aumento della motivazione nel seguire una dieta,
  • La correzione di pensieri e atteggiamenti patologici riguardo peso e cibo,
  • La capacità di ascoltarsi

In tutto questo, il mio compito è di intervenire con delicatezza, mai con aggressività, con l’obiettivo di fornire al paziente gli strumenti per scegliere consapevolmente come e se modificare il rapporto con l’alimentazione, rispettando sempre il diritto di ricevere dal cibo gratificazione, concedendosi nella giusta misura alimenti non ipocalorici e la libertà di godersi occasioni in cui i principi della dieta possono essere trascurati.
Il nostro obiettivo sarà costruire un rapporto spontaneo ed equilibrato con il cibo e mantenerlo negli anni. Questo è importante non solo per mantenere una buona forma fisica, ma anche per alimentare autostima e fiducia in se stessi.
Ricordiamoci sempre che noi non siamo solo il nostro peso e non dobbiamo colpevolizzarci quando cediamo a un peccato di gola: acquisire uno stile di vita sano
non significa costringerci a rinunce, ma trovare un equilibrio nel rapporto con il cibo e, soprattutto, con noi stessi.

Alimentazione e benessere

Il piano alimentare viene stabilito insieme alla persona che lo seguirà, tenendo conto dei suoi gusti, del suo stile di vita e delle sue abitudini. Si basa inoltre sulle esigenze di salute fisica, ma anche psicologica. Non demonizza alcun cibo, ma alcuni li prevede solo in occasioni speciali. 

L’alimentazione giusta è gratificante!

Le diete drastiche non rispettano il nostro corpo né la nostra psiche. Non si può adottare uno stile alimentare che non tenga conto dell’età, della salute psicofisica, dei farmaci che si assumono. 

Bisogna accettare inoltre che il nostro corpo ha una sua costituzione, geneticamente determinata, che può essere lontana dai modelli che le mode ci propongono ma non per questo meno gradevole esteticamente, amabile e meritevole di rispetto.
Non imporre delle regole ferree, non alimentare sensi di colpa, chiarire che nessun cibo è proibito vuol dire permettere al paziente di diventare il primo protagonista della sua dieta e svuotare di tensione tutti quei momenti di condivisione a tavola in cui stare a dieta è quasi impossibile.
In poche parole, l’obiettivo non è contare le calorie ma conoscere gli alimenti, saperli scegliere e costruire sane abitudini: solo così ogni pasto diventerà un pasto libero!

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Omeopatia e omotossicologia

Omeopatia e omotossicologia

L’omotossicologia è una concezione innovativa dell’omeopatia. Rifiutando qualsiasi forma di dogmatismo terapeutico, questo approccio unisce gli insegnamenti medicina omeopatica a quelli della medicina convenzionale. L’obiettivo resta quello di eliminare dal nostro corpo le tossine responsabili di un cattivo stato di salute attraverso il ripristino dei meccanismi di disintossicazione naturali dell’organismo.

Il mio lavoro consiste nel fare un’anamnesi accurata: questo mi darà modo di avere una visione completa dello stato generale del paziente, su cui imposterò successivamente una terapia che stimoli la risposta immunitaria dell’organismo attivando il processo di autoguarigione.

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